20/09/2018
LIBRI
Il testo che pubblichiamo ci sembra meritare l’attenzione dei lettori per le proprie qualità, la sua originalità letteraria e il vigore dottrinale, e per gli inediti sprazzi di luce che getta sulla comunità francescana primitiva. Paragonato agli altri commenti medievali, questo attira l’attenzione per il suo linguaggio semplice, vicino al vernacolo, e per la sua ardente eloquenza; per il suo metodo esegetico inedito, che fa del commento una sorta di azione teatrale, nella quale Cristo stesso si indirizza ai fedeli per rimproverarli aspramente di tradire con le azioni che commettono le parole del Pater che pronunciano; infine, per la sua spiritualità assoluta, esigente e fortemente affettiva, che all’improvviso passa dai rimproveri più sferzanti alle effusioni più tenere e spinge gli ascoltatori alla penitenza e alla conversione. Ciò corrisponde a quanto i primi agiografi riferiscono della predicazione di san Francesco, che descrivono come «semplice», «fervente», «penetrante» e «infiammata»; una predicazione che mirava anzitutto alla penitenza e alla salvezza delle anime e non risparmiava a tal fine né «l’aspra reprimenda», né «l’utile timore», né la minaccia del «giudizio di Dio».
Francesco d’Assisi (san), Dominique Poirel (a cura di), Commento al Padre Nostro. Un testo finora sconosciuto del Poverello?, Edizioni San Paolo 2018, pp. 96, euro 12,00.
DOMINIQUE POIREL si è formato presso l’École nationale des Chartes a Parigi. Dottore abilitato presso l’Università di Parigi IV - Sorbonne, è Direttore di ricerca presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica, Direttore della sezione latina dell’Institut de recherche et d’histoire des textes (Parigi) e Direttore dell’Istituto di studi medievali all’Institut Catholique (Parigi). La sua ricerca consiste nell’edizione critica e nello studio letterario, storico e dottrinale degli autori medievali, in particolare quelli della scuola parigina di San Vittore e dell’Ordine francescano.
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