Un Giubileo dell’intera umanità.
L'Editoriale del direttore responsabile Vincenzo Marra.
Non possiamo dimenticare le inquietanti colonne notturne di camion militari che portano via le bare delle vittime di Coronavirus, o l’infermiera esausta al termine del suo massacrante turno di servizio: immagini che hanno scavato l’anima del popolo italiano. Ne evochiamo altre due, potenti, perché da esse può scaturire una riscossa etica e civile dell’intero Paese. È l’immagine di papa Francesco, che il 27 marzo percorre a piedi la gradinata del sagrato della basilica di San Pietro per implorare Dio di non abbandonarci in balia della tempesta; e quella del presidente Sergio Mattarella che il 25 aprile sale solitario i gradoni dell’Altare della Patria per l’omaggio al “Milite ignoto” e per celebrare il 75° anniversario della Liberazione dall’occupazione nazista e dal feroce regime fascista.
In quelle due piazze vuote – a San Pietro e all’Altare della Patria – si avverte una presenza densissima di donne e uomini che, senza lasciarsi abbattere dall’angoscia e dal dolore, si sono contagiati reciprocamente da sentimenti di fiducia e di speranza. Niente sarà come prima. Quante volte abbiamo ascoltato questa massima in queste settimane, obbligati dal virus Sars-Cov-2 a comportamenti inediti. Ma davvero niente sarà come prima? La pandemia di Covid-19 ci renderà migliori? O ci scopriremo sciaguratamente più cattivi? Non vogliamo dividerci in fazioni contrapposte tra apocalittici e integrati…
Quello che possiamo dire – e vale davvero per tutti – è che sarà molto difficile cancellare dai nostri occhi quelle immagini che ci hanno attraversato, anch’esse contagiandoci e – lo vogliamo sperare – rendendoci una collettività, una comunità. È questo il contagio di cui vogliamo farci impavidi untori, aprendo queste PagineAperte, dove i nostri editori – San Paolo e Paoline – vi offrono strumenti preziosi per affrontare questi giorni faticosi e gravi.
Ecco allora parole di speranza in Vivi, ama, sogna, credi di papa Francesco, cui fa da contrappunto don Luigi Maria Epicoco, uno dei più apprezzati autori di spiritualità (suo è anche Stabili e credibili. Esercizi di fedeltà quotidiana), che, in dialogo con Saverio Gaeta, ci indica parole di fede in tempo di crisi nell’instant book La speranza non è morta. Gli fa eco Anselm Grün, monaco benedettino: #Noistiamoacasa. Vivere insieme: istruzioni per l’uso. Ed è ancora un altro monaco benedettino, MichaelDavide Semeraro, che ci suggerisce di approfittare del rallentamento dei nostri ritmi per indagare dentro noi stessi. In A bassa voce fratel MichaelDavide avanza una proposta per il dopo Covid-19, che rilanciamo: «Un Giubileo dell’umanità potrebbe essere il modo adeguato di imparare da quello che stiamo patendo e di rinnovare quei vincoli tra persone e con la Creazione, senza i quali saremo inevitabilmente “perduti”».
In questo itinerario ci potranno aiutare don Fabio Rosini che ci afferra con L’arte di guarire, e padre Gaetano Piccolo, che ci propone un itinerario di guarigione con Nascere di nuovo.
Buone letture.