«È necessario togliere dal dialogo con Dio ogni presunzione, tutto ciò che crediamo di aver imparato e di possedere. Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri, non come possidenti. Ogni volta che ci presentiamo davanti a Dio, ci presentiamo come assolutamente poveri; credo che, tutte le volte che non lo facciamo, la nostra preghiera ne soffra, diventi più pesante, sia carica di cose che la disturbano. È necessario entrare davanti a Dio veramente in stato di povertà, di spogliazione, di assenza di pretese:
Signore, non sono capace di pregare e se tu permetterai che io stia davanti a te in uno stato di aridità, di attesa, ebbene benedirò questa attesa, perché tu sei troppo grande perché io ti possa comprendere. Tu sei l’Immenso, l’Infinito, l’Eterno: come posso io parlare con te?» (Carlo Maria Martini).
Carlo Maria Martini, Lode. Preghiera del peccatore che si rivolge a Dio, Edizioni San Paolo 2021, pp. 176, euro 12,00
CARLO MARIA MARTINI
(15 febbraio 1927 - 31 agosto 2012)
Gesuita e biblista, è stato prima docente di critica testuale e poi Rettore al Pontificio Istituto Biblico (Roma); dal 1979 al 2002 arcivescovo di Milano. Il suo pensiero è stato sempre caratterizzato dal primato della Parola di Dio, tanto da avviare fin dal 1980 nella sua diocesi la pratica della Scuola della Parola, ispirata al metodo classico della Lectio divina. Sapeva accostarsi alla Bibbia tenendo in conto sia la sua complessità testuale che la sua dimensione contemplativa e orante, acquisendo così la capacità di confrontarsi e dialogare con le esigenze e i problemi della vita quotidiana. Uomo del dialogo tra le religioni, autore di libri apprezzati in tutto il mondo, la sua cultura e i suoi studi non sono mai stati un pretesto per allontanarsi dal mondo ma gli hanno permesso di parlare alle folle e attirare moltissimi giovani.