03/10/2025
Che cosa significa educare nel mondo di oggi, tra incertezze, trasformazioni digitali, tensioni sociali e famiglie fragili? Per amore del futuro (Edizioni San Paolo) da giovedì 9 ottobre in libreria, affronta con lucidità e passione il compito urgente e complesso dell’educazione, riportandolo al suo nucleo più autentico: la relazione tra maestro e allievo.
In queste pagine Eraldo Affinati, tra i più significativi autori italiani e fondatore della Scuola Penny Wirton, attinge a decenni di esperienza scolastica per una riflessione radicale sul gesto educativo. Racconta una scuola fatta di volti, errori, riscatti e silenzi: non un saggio teorico, ma un’opera che vibra di vita vissuta, attraversata da episodi autobiografici e riflessioni profonde sul valore del tempo, dell’ascolto, del fallimento, della speranza. L’autore tesse un fitto dialogo con una pluralità di voci – da Jung a Bonhoeffer, da don Milani a Teilhard de Chardin – per costruire un pensiero pedagogico che non si limiti alla trasmissione di saperi, ma che riconosca la scuola come terreno fragile e autentico, dove adulti e giovani si misurano con l’ansia di fallire e il desiderio di trovare un senso.
Affiora così una prospettiva coraggiosa: la pedagogia come incontro, il sapere come responsabilità, la valutazione come cura. Educare, ci ricorda Affinati, non significa “riempire teste”, ma “accendere cuori”.
E questo si fa solo con l’amore, quello vero: quello che guarda avanti, che crede nel futuro.
Si compone così il ritratto di un mestiere – quello dell’insegnante, dell’educatore, del genitore – che si offre ogni giorno al rischio di esporsi, per indicare a chi è ancora in cammino verso l’età adulta una strada, senza mai poterla garantire. Un libro che parla a tutti: a chi educa, a chi cresce, a chi continua a scommettere sull’umano.